Rispetto alle imprese medie dei principali competitors europei, le aziende del Bel Paese sono le più vessate dal fisco. Il trattamento fiscale applicato a medi imprenditori francesi e spagnoli è omogeneo, con una pressione fiscale al 24% circa e risulta leggermente più elevato in Germania (27%). Il sistema fiscale italiano è molto più penalizzante per le nostre medie imprese colpite da una tassazione al 38%.
Il dato emerge da uno studio Mediobanca-Confindustria-Unioncamere che mette in evidenza come la tassazione intacchi la solidità finanziaria delle nostre imprese che sono meno solide dal punto di vista finanziario rispetto a quelle tedesche, francesi e spagnole. La loro solidità si ferma al 57%, un valore che in Germania si attesta sul 76%, mentre in Francia e Spagna rimane a quota 69%.
L’analisi evidenzia che se per ipotesi nell’ultimo decennio le medie imprese italiane avessero avuto una tassazione più favorevole, ad esempio come quella già applicata alle grandi imprese, oggi la loro solidità patrimoniale sarebbe sostanzialmente paragonabile a quella delle imprese tedesche.
Le medie imprese italiane sono le prime in Europa per profittabilità, con un margine operativo netto sul valore aggiunto pari al 19%, a pari merito con la Spagna. Germania e Francia si collocano al terzo posto, con un margine del 15%.
I settori a più alto livello di redditività in Europa sono così distribuiti: in Germania è’ la meccanica a prevalere (45,3% del totale del fatturato dell’industria tedesca), l’Italia segna a livello europeo la maggiore quota nei beni per la persona e la casa (21,3%) anche se nel Belpaese prevale comunque l’industria meccanica (31,4%). In Spagna, invece, è l’alimentare il settore più rappresentativo è l’alimentare (31,3%) così come in Francia (30,2%).
Il costo del lavoro pro-capite più elevato è in Germania dove le medie imprese spendono circa 46.700 euro l’anno per addetto contro il 39.600 euro delle aziende italiane.