Cerca
Close this search box.

Taranto, lotta alla corruzione

TarantoDa Taranto e Provincia due esempi di moralizzazione della politica e della pubblica amministrazione. Il Comune si è dato un limite di cento euro per i regali. D’ora in poi amministratori, dirigenti e dipendenti potranno accettare regali che non superano tale valore. Superata questa cifra l’elargizione non deve essere accettata.

È questa la soglia fissata nel Piano di prevenzione della corruzione approvato dalla giunta. Il progetto anticorruzione non si ferma ai regali. Previsti anche la rotazione negli incarichi, il rispetto dei doveri d’ufficio, la formazione sulla trasparenza, il protocollo di legalità negli appalti.

Le misure sia chiaro sono un atto dovuto, per l’entrata in vigore della contestata legge anticorruzione, la 190/2012, fortemente voluta dal premier Mario Monti e azzoppata, per molti aspetti, da settori vicini al Pdl.  A Taranto il tema è incandescente visto il recente dissesto dei conti pubblici da parte degli amministratori comunali. Se il Comune di Taranto vara le sue regole anticorruzione, anche la Provincia non sta con le mani in mano e dà attuazione alle legge.

L’amministrazione ha recentemente adottato il Piano triennale per «monitorare i rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell’Amministrazione».

Il Piano anticorruzione accende un faro sugli atti compiuti dai dirigenti. L’intenzione è di predisporre una periodica attività di controllo che a fine anno dovrà riguardare almeno il 10% dei provvedimenti dirigenziali e di giunta provinciale.

 

 

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp