Il Bel Paese continua a mietere record negativi in tema di giustizia. Nel 2012, a causa delle violazioni dei diritti dei propri cittadini riscontrate dalla Corte di Strasburgo, il nostro Paese è stata condannato a versare indennizzi per 120 milioni di euro, la cifra più alta mai pagata da uno dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa.
Il non invidiabile primato è dovuto in gran parte (108 milioni su 120) a tre condanne, tutte relative alla violazione del diritto di proprietà. L’Italia è stata condannata a pagare indennizzi per 49 milioni per la distruzione dell’ecomostro di Punta Perotti e 48 per l’esproprio di un terreno della società Immobiliare Podere Trieste. Ma a pesare è stata anche la vicenda delle frequenze televisive non concesse a Europa 7, costata ai contribuenti 10 milioni di euro.
Senza queste tre condanne l’Italia avrebbe pagato in indennizzi un totale di 11 milioni di euro, arrivando al secondo posto dietro alla Turchia, condannata a pagare nel 2012 23 milioni di euro. Sono comunque ancora pendenti, davanti alla Corte, altri 300 ricorsi sulla stessa materia e molti ancora sono in arrivo.
L’altro primato riguarda le sentenze emesse dalla Corte di Strasburgo che l’Italia deve ancora eseguire: sono ben 2569. Dietro di noi ci sono la Turchia con 1780 sentenze non eseguite e la Russia con 1087. A causa delle sentenze inapplicate, l’Italia è inoltre nel gruppo di testa dei Paesi “sorvegliati speciali”, che sono in tutto 28, dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Fra le grandi emergenze da sanare un posto di tutto rispetto hanno la lentezza dei processi e la gestione dei rifiuti in Campania.
Per quest’ultimo problema un anno fa la Corte ha condannato il nostro Paese per la «prolungata incapacità delle autorità di assicurare la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti nella regione».