Patrizio Bertelli, patron di Prada, in alcune dichiarazioni raccolte dal Sole 24 Ore sostiene che, se in Italia si smettesse di lavorare, alle maison di moda francesi mancherebbe il 60% dei prodotti di lusso. Lo stesso Bertelli aggiunge anche che, attualmente, «le imprese con un export inferiore al 50-60% non possono sopravvivere».
In questo quadro insieme di orgoglio per la nostra industria, ma anche di consapevolezza dei rischi che essa corre, non bisogna perdere di vista il tema lavoro. Giungono proprio oggi in Italia i ministri di Francia, Germania e Spagna in vista del Consiglio Ue sul lavoro. La situazione è nota: nel 2012, oltre 8 milioni di giovani europei non studiano nè cercano lavoro.
I ministri francesi Pierre Moscovici (Economia) e Michel Sapin (Lavoro) sono stati intervistati dal giornale della Confindustria. «In tutti i Paesi – ha detto Sapin -, anche quelli con un livello di disoccupazione più basso, com’è il caso della Germania, la percentuale dei giovani senza un lavoro è doppia rispetto a quella generale. Quindi si tratta di una vera emergenza generale. Un’Europa solidale non può accettare che un’intera generazione venga sacrificata. Dobbiamo quindi muoverci all’interno di ogni Paese, ma anche con strumenti comuni, risorse finanziarie comprese».
«La coppia franco-tedesca – aggiunge Moscovici -, che si è mossa in funzione del Consiglio europeo di fine giugno, deve giocare un ruolo trainante. Si tratta di un’iniziativa necessaria ma non sufficiente, che deve essere allargata. Ecco il senso dell’incontro di Roma. Tanto più che il Governo Letta ha lui pure espresso la forte intenzione di combattere la disoccupazione giovanile».
Sapin indica poi alcuni obiettivi: «far ricorso già nella seconda metà del 2013 ai 6 miliardi previsti nel budget pluriennale 2014-2020 della Commissione. Non per finanziare nuovi strumenti bensì per ampliare quelli che già esistono».