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È solo un complotto internazionale?

Standard-and-PoorsStandard & Poor’s ha tagliato ieri il rating dell’Italia, declassandoci da BB+ a BBB. Una collocazione di soli due punti sopra i titoli spazzatura.

I politici hanno definito in vario modo la decisione dell’agenzia di rating: c’è chi ha evocato il «complotto internazionale»; chi ha detto che l’agenzia «non è il vangelo», chi ha parlato di «riflesso meccanico di un paradigma culturale inadeguato», chi, come il ministro dell’Economia Saccomanni, l’ha definita «una scelta già superata dai fatti, retrospettiva, che non tiene conto delle misure prese dal governo sulla crescita e sulla competitività».

Non è mancata la citazione dotta dell’ex ministro Tremonti che a caldo ha commentato: «Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata», alludendo al tempo perso fin qui. Il premier Letta ha preso atto del giudizio sostenendo che «il nostro Paese resta un sorvegliato speciale».

Sulla base di quali argomenti S&P ha giustificato il suo declassamento? Nella nota si parla di un «differente approccio nella coalizione di governo» per coprire il disavanzo pubblico «frutto della sospensione dell’Imu e del possibile ritardo del pianificato aumento dell’Iva» che mette a rischio gli obiettivi di bilancio.

Per gli analisti di Standard&Poor’s i problemi dell’Italia risiedono anche nella cronica debolezza dell’economia: quest’anno il Pil calerà dell’1,9%, portando il debito a quota 129 per cento con una «prospettiva negativa di crescita reale dell’ultimo decennio di meno dello 0,04% di media».

C’è poi un richiamo alla scelte della politica: «La composizione del bilancio è un deterrente alla crescita: le tasse sugli investimenti e sul lavoro sono più alte di quelle sulla proprietà immobiliare e sui consumi».

Quest’ultima frase, già chiara, viene spiegata ulteriormente dal giornalista Federico Fubini in questo modo: «Un italiano che apre un’impresa paga tasse al 60% sull’attività, al 50% sul lavoro, e può finire strozzato dall’incapacità delle banche di dar credito o dell’amministrazione di dare i permessi. Invece un italiano che si dedica alla rendita, non crea un solo posto di lavoro, ma sarà premiato».

È solo un complotto internazionale?

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