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Immigrazione, la crisi si fa sentire

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La congiuntura economica si ripercuote anche sulla presenza di stranieri in Italia. Crescono leggermente i cittadini non comunitari che soggiornano nel nostro Paese ma sono sempre meno gli arrivi per motivi di lavoro. L’Istituto nazionale di statistica ha pubblicato una ricerca sui “Cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti” dal quale emerge che al 1 gennaio 2013, su dati forniti dal ministero dell’Interno, sono presenti in Italia 3.764.236 cittadini non comunitari.

Si riducono tuttavia notevolmente i nuovi permessi rilasciati per lavoro che diminuiscono del 43,1% e si contraggono, anche se in misura minore, le nuove concessioni per famiglia. Nel 2012 sono diminuiti anche i permessi per motivi umanitari e per asilo per i quali durante il 2011 si era registrato un picco storico; i permessi per studio sono rimasti invece sostanzialmente stabili.

Chi arriva, tuttavia, è sempre più stabile: il 68,2% dei cittadini non comunitari entrati in Italia durante il 2007 è ancora regolarmente presente a gennaio del 2013. Il 22,4% di coloro che sono rimasti nel nostro paese ha convertito il permesso con scadenza in uno di lungo periodo. Particolarmente stabili sono coloro che provengono dalla Moldavia e dall’Ucraina; anche la Cina presenta una elevata percentuale di persone che a distanza di 5 anni restano in Italia.

Tra i cittadini non comunitari, i paesi più rappresentati sono Marocco, Albania, Cina, Ucraina e Filippine. La comunità cinese è quella che ha fatto registrare il maggiore incremento sia in termini assoluti, con oltre 27 mila unità, che relativi, con quasi il 10% in più.

Da qualche anno in Italia, rivela l’Istat, come in molti paesi europei, il numero di persone che diventano italiane per residenza ha superato il numero di persone che diventano italiane in seguito al matrimonio.

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