Dispersione scolastica, al via ricerca

aula_primariaA settembre inizia la scuola, ma non per tutti i ragazzi che dovrebbero andarci: ogni anno circa 700mila, in pratica 2 su 10, non tornano tra i banchi o lo fanno in modo tanto precario da non avere alcuna possibilità di successo formativo.

Con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi l’Italia, secondo i dati Istat ed Eurostat, è in fondo alla classifica europea: un gap pesante con il resto dell’Europa, dove in media l’abbandono scolastico è del 14,1%. Nei paesi di pari sviluppo socio-economico la media è molto più bassa: in Germania è 10,5%, in Francia 11,6%, nel Regno Unito 13,5%.

Il dato aumenta al Sud Italia, dove è al 22,3%, mentre al Centro-Nord di attesta intorno al 16%. Rispetto al 2000, quando erano il 25,3%, i cosiddetti early school leavers sono diminuiti, con un primo passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo Europa 2020 del 10%. «Colpisce soprattutto – per Valeria Fedeli, vice presidente del Senato – che al Sud quasi un ragazzo o una ragazza su 4 abbandonino la scuola: in un circuito esponenziale che unisce dispersione scolastica e disoccupazione giovanile con la criminalità. Con un danno per la società che perde capitale umano».

Per indagare a fondo l’impatto economico e sociale della dispersione scolastica e proporre soluzioni ottimali parte quest’anno una ricerca che vede come capofila la onlus Intervita, con l’associazione Bruno Trentin della Cgil e la Fondazione Giovanni Agnelli..

La ricerca, che parte il prossimo mese e i cui risultati saranno presentati tra un anno, ha come aree di riferimento le province di Milano, Roma, Napoli e Palermo. Il fine è identificare la tipologia e il numero di ragazzi che lasciano i banchi di scuola e i tipi di intervento e la loro efficacia.

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