Cerca
Close this search box.

Infrastrutture, Paese a terra e Alitalia vola via

treno-alta-velocita

Si fa un gran parlare di turismo e di patrimonio artistico come ricchezze dell’Italia, ma poi ci si rende conto che sono solo vuote parole. Una retorica che si scontra con la realtà: l’Italia è ottantaduesima nelle classifiche mondiali per la qualità delle infrastrutture dopo il Kenya, l’Uruguay e il Botswana. Una doccia fredda per un Paese che dovrebbe garantire l’accesso rapido a tutto il suo territorio, volano necessario per il turismo.

Invece il paragone con i paesi europei, è impietoso: la Francia è al quinto posto, la Germania al nono, il Portogallo all’undicesimo, la Spagna al diciottesimo e la Grecia al sessantunesimo. Il quadro emerge da un rapporto sulle infrastrutture di Confesercenti-Ref.

Il documento punta il dito sul progressivo calo della spesa pro-capite per le infrastrutture, scesa dal 2009 a oggi del 25% (da 160 a 120 euro) per effetto della crisi che taglia investimenti e blocca cantieri. Ma accanto alla crisi c’è anche lo spreco di opere iniziate e mai terminate.

Emblematico il ritardo sullo sviluppo dell’Alta Velocità ferma a Salerno e inesistente sulle linee adriatica e tirrenica. Al quale corrisponde una marcata preferenza per il trasporto su gomma.

Con soli 923 chilometri l’Italia ha meno della metà delle linee ad alta velocità di Francia (2.036 chilometri) e Spagna (2.144). Non solo, mentre Spagna e Francia ogni anno aumentano la lunghezza della loro rete; l’Italia dal 2009 è ferma a 923.

Fra gli altri ritardi infrastrutturali segnalati si segnalano: lo spreco d’acqua (il 43% dell’acqua trasportata dalle reti in Italia va perduta dal punto in cui viene prelevata fino al raggiungimento delle aree urbane) e lo smaltimento dei rifiuti con un 50% non riciclato (cioè smaltito in discarica o con inceneritori) mentre la media nella Ue a 27 è del 40%.

E intanto anche Alitalia andrà ai francesi.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp