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Addio povertà entro il 2030?

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Via la povertà estrema entro il 2030, con l’obiettivo intermedio di scendere al 9% entro il 2020. È questo il traguardo fissato per la Banca Mondiale dal suo presidente, Jim Jong Kim, che per raggiungerlo ha anche annunciato una profonda riorganizzazione dell’istituto di Washington, la prima negli ultimi 20 anni.

Dal 1990, quando il 43% delle persone nei Paesi in via di sviluppo viveva in estrema povertà, e cioè con una disponibilità di meno di 1,25 dollari al giorno, le cose sono assai migliorate. Al mondo, secondo i dati più recenti c’è ancora 1 miliardo di persone che vivono in estrema povertà, di cui 400 milioni di bambini.

La riorganizzazione punta a rendere la Banca Mondiale più efficiente e in grado di rispondere più rapidamente alle esigenze dei Paesi che ne usufruiscono. Nei prossimi tre anni, ha promesso ancora Kim, i costi amministrativi saranno ridotti di 400 milioni di dollari all’anno: denaro in più da destinare ai finanziamenti.

Nell’annunciare la nuova strategia, Kim ha quindi confermato l’obiettivo di eliminare la povertà estrema (calcolata su coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno) nel 2030, con l’obiettivo intermedio di farla scendere, per la prima volta dagli anni ’90, sotto il 10% nel 2020.

Riprendo questi dati per ricordare che quando si parla di immigrazione dovremmo conoscere tutti le cause che portano le persone a spostarsi dai confini patri.

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