In questi giorni molti osservatori hanno scomodato il cantante Eugenio Finardi che cantava «La Cia ci spia e non vuole andare più via. La Cia ci spia sotto gli occhi della polizia», per parlare dello scandalo Datagate.
Un caso che ha scatenato l’ira di Parigi e Berlino contro l’amministrazione Obama che ha intercettato milioni di telefonate in Francia e in Germania, e si presume anche in altri Paesi, e persino forse anche le chiamate del cancelliere tedesco Angela Merkel. La notizia è stata però smentita…
Obama ha tentato di rassicurare i suoi interlocutori sostenendo che i servizi segreti Usa raccolgono informazioni, come fa l’intelligence di qualunque altro Paese, sempre attenti all’equilibrio tra esigenze di sicurezza contro il terrorismo e la tutela della privacy.
Il clima di fiducia reciproca appare inevitabilmente deteriorato. Le proteste del francese Hollande e della Merkel sono vibrate, così come quelle partite da Bruxelles a nome di tutta l’Unione Europea. Non sono stati da meno paesi come il Brasile e il Messico.
Da quando Edward Snowden ha rivelato al mondo il piano di spionaggio di massa degli Stati Uniti, le cancellerie di mezzo mondo hanno minacciato rappresaglie. Ora la Guerra Fredda è finita da tempo, ma ora si dice che c’è la lotta al terrorismo islamico che giustifica lo spionaggio Usa.
Molti vedono la “manina” di Putin in queste ultime rivelazioni, anche perché ospita proprio Snowden. Altri dicono che i servizi segreti di tutto il mondo sapevano e acconsentivano. Oppure che gli Usa sono più bravi degli altri ma questa volta sono stati fregati.
La Guerra Fredda è finita ma la Cia non è mai andata via… e gli spioni continueranno a fare il loro mestiere.