I dati recenti sottolineano come il Bel Paese abbia meno scienziati ed ingegneri degli altri stati europei (un quarto di quelli francesi fino ad un ottavo rispetto a quelli tedeschi). Tuttavia la loro redditività è più alta, nonostante il fatto che ricevano un ammontare di finanziamenti, tra pubblico e privato, ben inferiore rispetto ai loro colleghi esteri.
Benché gli investimenti siano ridotti, riusciamo in rari casi a innovare i nostri prodotti e a brevettarli in molti casi. Tra le eccellenze ricordiamo ad esempio il cloud computing (un investimento low-cost) e la stampa 3D (che tuttavia rimane ancora in una fase embrionale). Però la digitalizzazione dei processi e dell’economia è ancora lungi dall’essere raggiunta: infatti la maggior parte delle aziende non comprano né acquistano online. L’Italia rimane un paese manifatturiero che non riesce ad innovare e che, se non cambia il trend in corso, rischia di non mantenere il passo dei suoi maggiori competitor esteri. Da sempre il nostro paese ha attratto meno investimenti rispetto a Francia e Germania anche per via del fatto che queste due economie sono più legate a settori ad alta tecnologia e più complessi come ad esempio la chimica, la farmaceutica, l’elettronica e l’automotive.