Cerca
Close this search box.

Auto del futuro

self-futuro

 

Le auto-robot sono in arrivo. E gli annunci non si fermano più. Difficile considerarli solo un’operazione di marketing. Tanto più che nei mesi scorsi è arrivato il primo passo formale con la lettera inviata a Google dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’agenzia federale che si occupa di normative e sicurezza delle strade americane. La comunicazione supera di colpo l’ostacolo principale alla diffusione dei veicoli a guida autonoma, cioè l’assenza totale di regole: la NHTSA ha stabilito che il robot al volante è equiparato a un normale guidatore. L’intelligenza artificiale vale quanto quella dell’uomo. Case automobilistiche e assicurazioni sono avvertite.

Le auto-robot sono in arrivo. E gli annunci non si fermano più. Difficile considerarli solo un’operazione di marketing. Tanto più che nei mesi scorsi è arrivato il primo passo formale con la lettera inviata a Google dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’agenzia federale che si occupa di normative e sicurezza delle strade americane. La comunicazione supera di colpo l’ostacolo principale alla diffusione dei veicoli a guida autonoma, cioè l’assenza totale di regole: la NHTSA ha stabilito che il r

 

obot al volante è equiparato a un normale guidatore. L’intelligenza artificiale vale quanto quella dell’uomo. Case automobilistiche e assicurazioni sono avvertite.

Non è una norma vera e propria, è però un’idea di come nei prossimi mesi, si potrà interpretare la guida autonoma. È il successo della politica del presidente Obama che su questa tecnologia ha deciso investimenti per 4 miliardi di dollari in 10 anni. È il successo di Google. Ma soprattutto è la vittoria della sicurezza stradale: «Negli Stati Uniti, con i sistemi di guida autonoma si salverebbero oltre 30 mila vittime di incidenti stradali l’anno», spiega Gill Pratt, a capo del Research Institute di Toyota a Palo Alto. D’altronde anche le ricerche parlano chiaro: il 94 per cento degli incidenti è dovuto a errore dell’uomo. Ben vengano allora auto tutte uguali, ordinate e anonime, noiose ma terribilmente più sicure di un veicolo a (fallibile) guida umana.

Non tutti i problemi sono risolti. La stessa Google è stata costretta, dal parere della NHTSA, a mantenere sulla sua vettura il volante, il pedale del freno e la leva degli indicatori di direzione. E nonostante a Mountain View assicurino ogni giorno test virtuali per l’equivalente di 3 milioni di miglia, «la completa affidabilità del sistema non è stata ancora raggiunta e deve essere verificata per trilioni di chilometri prima di andare sul mercato», ricorda Pratt. La conferma arriva anche dalle parole di Kazuhiro Doi, direttore del centro di ricerca Renault-Nissan di Sunnyvale, in Silicon Valley: «Oggi l’intelligenza artificiale è come quella di un bambino di 10 anni: seduto al volante riesce ad andare diritto senza particolari problemi, le difficoltà iniziano quando deve reagire agli imprevisti o alle manovre spericolate degli altri

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp