di Shahab Shirakbari
Blocco della cessione dei crediti, 33mila imprese a rischio fallimento e 150mila posti di lavoro in bilico.
Associazione amministratori condominio: “Stop 80% interventi in corso con stretta cessione crediti”
A pagare il conto più salato l’ennesima giravolta normativa sul Superbonus saranno soprattutto i tantissimi italiani che, grazie alla cessione del credito, avevano potuto avviare l’efficientamento energetico e il rifacimento degli edifici. Se non arriveranno i fondi del Superbonus – avverte – a fallire non saranno soltanto le aziende, ma gli stessi condomini, lasciati privi di qualsiasi garanzia e poi, in clamoroso effetto domino, buona parte del Paese”.
La crociata del governo contro i cittadini italiani, in particolar modo contro i lavoratori e le imprese, prosegue senza sosta. Ormai è un tiro al bersaglio senza più pudore, nessuno viene risparmiato. Il blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi, voluto da Draghi dietro chiaro “suggerimento” dell’Unione Europea, rischia di causare un’ecatombe di imprese, con tutte le inevitabili conseguenze sull’occupazione. Oltre 60mila imprese artigiane hanno un cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità, con impatti gravissimi. Quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori.
La CNA stima che i crediti fiscali delle imprese ammontano a quasi 2,6 miliardi di euro. Il 47,2% di esse non trova soggetti disposti ad acquisire i crediti, perché i continui stop and go governativi hanno spinto gli intermediari finanziari a bloccare gli acquisti. Attualmente i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi, e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura, attraverso i quali le aziende hanno anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, affidandosi alla possibilità di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi.
L’assenza di una soluzione per svuotare i cassetti fiscali provocherà il mancato avvio di nuovi cantieri e il blocco di quelli già avviato e crea un conflitto tra condomini nei confronti dell’Agenzia delle entrate e i condomini contro i professionisti e l’imprese con ripercussioni negative sull’intera filiera e sull’economia nel complesso. Nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili andrà a farsi benedire.