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Addio fuga dei cervelli?

ricercatori italianiSono 113 i docenti “apripista” che tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 arriveranno in Italia per un periodo di insegnamento nelle università del Sud. Non è ancora in controesodo dei cervelli ma senz’altro è una buona notizia.

Accade grazie all’iniziativa ”Messaggeri della conoscenza” voluta dai ministri per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Francesco Profumo, e per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca.

Al bando, che proponeva progetti didattici da realizzare nelle università delle Regioni della Convergenza (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia) hanno risposto in 350 fra stranieri e italiani che insegnano in università estere.

Di queste domande ne sono state selezionate 113, 42 delle quali proposte da professori italiani, 48 da statunitensi, 41 da spagnoli, 33 da britannici e 31 da francesi. Dei 5,3 milioni stanziati per il progetto, finora ne sono stati utilizzati 4,3. Di questi 1,5 sono destinati alla Sicilia, 1,2 alla Campania, 800mila euro alla Puglia e 600mila alla Calabria.

Il restante milione potrebbe essere utilizzato per un’eventuale estensione. I docenti insegnerebbero per periodi variabili da due a sei mesi e poi, sempre per alcuni mesi, potrebbero portare gli studenti italiani nei loro atenei, in un circolo virtuoso che potrebbe coinvolgere almeno 2mila studenti, con ricadute positive su almeno 10mila giovani.

Ci sono tutti gli elementi per considerare l’iniziativa un vero e proprio ponte verso un nuovo metodo, come hanno rilevato i due ministri. «Abbiamo costruito un ponte – ha detto Profumo – che, se funzionerà, potrà essere proseguito e per il futuro auspico un metodo che veda lo sviluppo strettamente collegato alla conoscenza e alla ricerca».

Anche per Barca questa azione «incide sullo sviluppo in modo innovativo ed è necessaria in quanto l’’Italia non cresce perché non ha produttività ne’ innovazione. L’obiettivo – ha rilevato – fare del Sud una tappa significativa per lo sviluppo».

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