Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti al giro di boa. L’Aula della Camera ha approvato con 288 sì, 115 no e sette astenuti il disegno di legge del governo che impiega che mira a spostare dallo Stato ai privati il finanziamento dei partiti: principalmente con il sistema del due per mille e con la regolamentazione delle donazioni. Il testo ora passa all’esame del Senato.
Il testo è stato approvato a Montecitorio con il no del M5S, che lo definisce senza mezzi termini “una legge truffa”: la scritta a caratteri cubitali è esposta sui banchi dei deputati cinque stelle mentre Giuseppe D’Ambrosio spara a palle incatenate contro la “ridicola perpetuazione del magna magna”, che “consegna la politica alla lobby e alla criminalità”.
Anche Sel esprime voto contrario sul provvedimento che, a sorpresa, incassa invece il voto favorevole della Lega (Matteo Bragantini auspica la “fine delle zone d’ombra”) mentre Fdi si astiene.
Entriamo nello specifico prima di esprimere giudizi. Sarà di 300 mila euro l’anno per quelle dei privati, e di 200 mila per quelle delle persone giuridiche, ed entrerà in vigore progressivamente.
Arriva anche una penalizzazione nei contributi per i partiti che non favoriscono l’impegno delle donne in politica: se uno dei due sessi avrà meno del 40% dei candidati, le risorse destinate al partito saranno decurtate dello 0.50% per ogni punto percentuale in meno. Il contributo verrà tagliato di un ventesimo ai partiti che non destinino almeno il 10% di quanto spetta loro per iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica.
Il testo contiene anche più fondi per la Cassa integrazione dei dipendenti dei partiti: ai 15 milioni già previsti per il 2014, l’emendamento della commissione approvato dall’Assemblea di Montecitorio ne aggiunge 8,5 per il 2015 e 11,25 per il 2016.
Aumentata, poi, grazie ad una ulteriore mediazione la soglia delle detrazioni fiscali per le donazioni: chi donerà soldi ai partiti godrà di detrazioni al 37% tra i 30 euro e i 20 mila euro, al 26% tra i 20 mila e i 70 mila euro. I partiti, poi, potranno raccogliere fondi esenti da Iva anche con gli sms o con altre applicazioni da telefoni cellulari o fissi.