Molti dicono da tempo che destra e sinistra sono dei residuati del Novecento, categorie superate che non hanno più senso. Eppure a Montecitorio nessuno vuole più sedersi sui banchi di destra e la maggioranza dei deputati vorrebbero stare al centro. Forse dagli scranni centrali si sente e si vedo meglio?
A parte l’ironia, la questione si è posta alla Camera perché occorre predisporre i posti fissi per i vari gruppi parlamentari. Finora, come nei primi giorni di scuola, gli onorevoli si sono seduti liberamente e non sono mancate le piccole lotte sul banco preferito.
I cronisti parlamentari riferiscono che alla prima seduta Roberto Speranza, il futuro capogruppo del Partito Democratico, è finito dietro ad Angelino Alfano. Ora pare arrivato il momento di decidere da che parte stare.
L’impresa però sembra appunto molto difficile, proprio perché nessuno vuole stare nell’estrema destra. Nel passato era successo il contrario: fu Pannella a volersi sedere all’estrema sinistra, addirittura più a sinistra del Pci perché, alludendo agli inciuci fra Dc e Pci, invocò «un antagonismo serio, onesto, appassionato, invece di questa commedia degli inchini, delle riverenze e dei riconoscimenti reciproci».
Ora invece gli scranni a sinistra sono già abbondantemente affollati da Pd e Sel. Il Pdl, che pure occupava tutta l’area di destra nella scorsa legislatura, ha chiesto di sistemarsi al centro. Lo stesso hanno chiesto i deputati di Scelta Civica e i cittadini del M5S che si erano seduti inizialmente tutti nelle ultime file.
Sono rimasti pochi quelli che potrebbero starci bene a destra: La Russa, Meloni, Corsaro, ma i Fratelli d’Italia fanno parte del gruppo misto, in cui convergono forze di segno diverso.
Se non si riuscirà a risolvere il risiko dovrà intervenire la “professoressa” Boldrini: toccherà a lei decidere chi sarà messo in castigo all’estrema destra.