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Casa,dolce casa…

immagine 25.07.2014

 

 

 

 

Negli ultimi 5 anni la tassazione sulla casa è quasi raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente sceso del 15 per cento. A darne notizia è l’Ufficio studi della Cgia che, attraverso il suo segretario, Giuseppe Bortolussi, aggiunge: “Tra il 2010 e il 2014 abbiamo assistito ad un incremento spaventoso del prelievo fiscale sulle abitazioni e, parallelamente, a una drastica riduzione del valore di mercato delle stesse. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la ricchezza degli italiani”.

L’aumento delle tasse  ha penalizzato oltre che le transazioni immobiliari, il ceto medio e i piccoli risparmiatori in generale.

L’analisi dimostra che in un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2) tra il 2010 e il 2014 il valore di mercato è sceso del 15 per cento (da quasi 200mila a poco meno di 170mila euro), mentre le imposte ordinarie (cioè quelle generalmente versate da tutti i proprietari, come i rifiuti e la Tasi) sono aumentate del 104 per cento (da 300 a 611 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore dell’abitazione è passata dall’1,5 per mille al 3,6 per mille. Ciò vuol dire che l’incremento è stato del 140 per cento.

Per un’abitazione di tipo economico (categoria catastale A3), invece, la contrazione media del valore di mercato è stata anche in questo caso del 15 per cento (da quasi 174.500 a poco più di 148.300 euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88 per cento (da 264 a 495 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille al 3,3 per mille (+ 121 per cento).

Servono nuove politiche per la casa e per  tutto il comparto immobiliare,  che stimolino gli investimenti nel mattone e un allentamento immediato della morsa tributaria sugli immobili.

R. I.

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