Il mondo del non profit cresce e si diversifica, la Pubblica Amministrazione si snellisce, il settore delle imprese subisce trasformazioni per la crisi e la globalizzazione. A confermarlo sono i risultati del 9° Censimento Istat su industria e servizi, istituzioni pubbliche e non profit.
Tra il 2001 e il 2011 le imprese attive in Italia sono aumentate dell’8,4%: al 31 dicembre di due anni fa erano 4.425.950. Consistente aumento delle imprese nel Sud (12,2%), seguono Centro (11,5%) e Isole (10,7%). Per quanto riguarda l’occupazione, spiega l’analisi, sono “11,3 milioni di lavoratori dipendenti, 5,1 milioni di indipendenti, 421 mila esterni e 123mila temporanei. Si conferma il carattere familiare del sistema imprenditoriale che vede in oltre il 90% delle imprese con almeno tre addetti e una persona fisica come socio principale.
Al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia erano 301.191, con un incremento del 28% rispetto al 2001. Il non profit cresce soprattutto nel Nord e nel Centro Italia, con punte più alte in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana e Lazio. Il settore conta sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, 681mila dipendenti, 270mila lavoratori esterni e 5mila lavoratori temporanei.
Diminuisce invece l’occupazione dipendente nell’istruzione e sanità oltre che nell’assistenza sociale pubblica (rispettivamente -10,3% e -8,6%) e dall’altra aumenta contestualmente nelle stesse attività economiche il numero degli addetti nel non profit (+78mila nell’istruzione, +123mila nella sanità e assistenza sociale) e nelle imprese (rispettivamente +13mila e +148mila).
In dieci anni i dipendenti della pubblica amministrazione, al netto dei militari e degli appartenenti alle forze di polizia, sono scesi di 368 mila unità (l’11,5%): erano 3.209.125 nel 2001, sono passati a 2.840.845 nel 2011. Il calo più significato si è avuto nei Comuni.