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Costi della burocrazia a 31 miliardi

burocraziaFormato il governo Letta si dovranno affrontare i nodi economici che finora neanche Monti ha saputo affrontare. In nuovo ministro dell’Economia Saccomanni ha parlato chiaro: bisogna puntare a un contenimento della pressione fiscale, meno tasse insomma, attraverso un taglio alla spesa corrente.

Fra i punti non più rinviabili vi è quella della burocrazia. I saggi del Quirinale hanno indicato fra le riforme a costo zero quella di sfrondare tutti i vincoli e le restrizioni possibili tranne quelli necessari «per evidenti ragioni di pubblico interesse».

Le semplificazioni amministrative sono già iniziate con il “taglia-oneri” del 2008 e sono proseguite con il Governo Monti che ha sfornato decreti a ripetizione. Ma non bastano.

Uno studio Istat, su 93 procedure in 9 settori di regolazione, dice che i costi della burocrazia su imprese e cittadini superano i 31 miliardi. Se venissero attuate fino in fondo le semplificazioni già varate i risparmi possibili arriverebbero a 8,4 miliardi (il 27,4%, contro l’obiettivo europeo di un taglio del 25%). Siamo a un quarto del guado e si deve continuare.

Le amministrazioni devono anche evitare di introdurre nuove regole e nuovi oneri. Il vero scoglio, che è politico, sta però nel fatto che semplificare significa tagliare i costi di consulenze esterne nel settore lavoro e previdenza, prevenzione incendi, sicurezza lavoro e fisco. I costi per il ricorso a consulenti sono stimati in oltre 24 miliardi, che, grazie alle semplificazioni adottate, potrebbero essere ridotti in modo consistente.

 

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