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Crescono le diseguaglianze in Italia e in Europa

consiglioeuropeoIn economia, per misurare la differenza fra ricchi e poveri si usa l’indice di Gini che è in grado di mostrare quanto sia concentrato il reddito. In particolare, se l’indice è pari a zero tutti sono uguali, se arriva a 100 vuol dire che una sola persona concentra in sé tutta la ricchezza.

In Italia il coefficiente di Gini nel 2011, secondo gli ultimi dati pubblicati a metà febbraio da Eurostat, era pari a 31,9, oltre un punto percentuale il valore della media dei 27 Paesi Ue (30,7). In Germania era pari a 29, in Francia a 30,8.

Il dato più interessante è dato però dalla serie storica degli ultimi dieci anni. La crisi economica ha avuto un impatto sulla distribuzione della ricchezza in Italia.  Nel 2004 l’indice italiano segnava un valore del 33,2, è poi diminuito progressivamente, anno dopo anno, fino al 2008, quando ha toccato quota 31. Poi dal 2009, in piena crisi, è tornato a crescere. Ci accorgeremo tra un anno che nel 2012 il balzo è stato molto significativo. Lo confermano gli ultimi dati dell’Istat: Il prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia è sceso nel 2012 del 2,4% ed è dell’1% il calo già acquisito per l’anno in corso. Gli italiani in difficoltà sono ormai 7 milioni.

Come stanno gli altri paesi europei? Il trend di aumento dell’indice di Gini è molto più marcato in Francia: allo scoppio della crisi, nel 2007 presentava un coefficiente pari a 26,6. L’anno dopo l’indicatore schizzava a 29,9 per poi arrivare fino a 30,8, nel 2011.

Anche la Germania, paese del Nord Europa da sempre più attento all’eguaglianza, ha visto il suo indice fluttuare ma con andamento sfasato rispetto al resto del continente. Il fondo per i tedeschi si è toccato nel 2007, quando il suo coefficiente di Gini raggiunse quota 30,4 (era 26,1 nel 2005). Ma è tornato a scendere anno dopo anno, anche se nel 2011 è rimasto fermo a 29.

I paesi del Sud Europa, fra i più colpiti dalla crisi, hanno toccato percentuali ben più alte: la Spagna 34, il Portogallo 34,2 e la Grecia 33,6, nazioni che già partivano da disuguaglianze più marcate. I paesi con meno disuguaglianze sono da sempre quelli del Nord Europa: guida la classifica la Norvegia con 22,9, seguono la Svezia con il 24,4 e la Finlandia che si ferma al 25,8.

Spettacolare invece il recupero della Lettonia: nel 2006 aveva il più alto coefficiente di Gini in Europa, pari a 39,2. Nel 2011, a dispetto della crisi, è riuscita a scendere a 35.4. Anche il Regno Unito, nonostante la crisi oggi presenta un po’ meno disuguaglianze del 2002.

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