Cerca
Close this search box.

Croazia nella Ue, un passo verso la pace

Tra fuochi d’artificio, salve di cannoni e l’Inno alla Gioia di Beethoven risuonato per le vie di Zagabria, la Croazia da oggi è diventata il 28mo Stato membro dell’Unione Europea. All’evento erano presenti i vertici di tutti gli altri stati dell’Unione.

croazia4Da più parti non si nascondono i timori che l’adesione si traduca soltanto in oneri per un Paese da tempo in difficoltà economiche: con un’economia essenzialmente orientata al turismo, la Croazia è stata di fatto in recessione o in economia stagnante da cinque anni. I timori sono quelli di un Paese che si sente vaso di coccio tra i vasi di ferro dei grandi paesi europei, Germania e Italia in primis. Del resto i sondaggi dicono che solo quattro croati su dieci credono fermamente nell’Europa e vedono vantaggi nell’entrare nell’Unione.

È comunque la prima adesione all’Ue da quando è cominciata la crisi dell’eurozona. L’ingresso della Croazia viene dopo un’odissea durata più di vent’anni: prima la sanguinosa guerra per l’indipendenza dalla Jugoslavia, i massacri di Vukovar, i missili su Zagabria e le bombe su Dubrovnik. Poi la pace, l’ascesa e il tramonto del nazionalismo del padre-patrigno della patria, Franjo Tudjman, la svolta europeistica dopo il 2000 con le sue riforme.

A sugello di questo percorso è stata rimossa la targa dogana al confine con la Slovenia, dal 2004 nell’Unione, mentre è apparsa la sigla Ue alla frontiera con la Serbia, un’altra ex repubblica jugoslava che venerdì scorso ha ottenuto il via libera da Bruxelles per aprire i negoziati di adesione a parte da gennaio 2014.

Croazia e Slovenia saranno gli ambasciatori dei valori europei e della pace fra i popoli presso la Bosnia, la Serbia, il Montenegro e la Macedonia, gli altri paesi che furono tragicamente coinvolti nel sanguinoso disfacimento della Jugoslavia, la terra degli slavi del Sud.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp