Si fa sempre più nero il lato oscuro della Pubblica Amministrazione a causa di doppi lavori, reati e consulenze occulte.
Nel 2012 sono stati 879 i casi di doppio lavoro dei dipendenti pubblici verificati dalla Guardia di Finanza su segnalazione dell’Ispettorato per la funzione pubblica. Molti dipendenti infedeli hanno accumulato un reddito aggiuntivo addirittura lavorando dai locali pubblici o durante l’orario d’ufficio.
Le 362 indagini concluse l’anno scorso hanno permesso di accertare redditi per 5 milioni di euro percepiti indebitamente perché frutto del doppio lavoro, con uno stipendio medio pari a 14 mila euro. Nel 2011 la media si attestava a 31mila euro, a parità di verifiche. Si deve, però, considerare che ci sono ancora più di 500 indagini riferite al 2012 da concludere.
Le somme recuperate dalle amministrazioni saranno destinate al fondo di produttività o a fondi equivalenti riservati al personale. Ben più significative sono, però, le cifre che le Fiamme gialle hanno contestato ai datori del doppio lavoro: dovranno versare al Fisco oltre 13 milioni di euro. Per gli ultimi tre anni i redditi superano gli 85 milioni di euro.
Cifre sconfortanti anche sul fronte provvedimenti disciplinari. Nel 2012 si sono avviati più di 5mila procedure, in maggioranza nei ministeri e nella sanità. In ben 167 casi si è arrivati al licenziamento e in 872 alla sospensione dal servizio. I motivi: aver commesso reati, assenza dal lavoro senza giustificazioni o aver eluso il sistema elettronico delle presenze, inosservanza delle disposizioni di servizio, comportamento scorretto nei confronti dei colleghi e dei cittadini e doppio lavoro non autorizzato.
Non si sta meglio nelle consulente che restano occulte nonostante le regole sulla trasparenza. Nel 2012 le indagini a campione dell’Ispettorato hanno permesso di cogliere in fallo diverse amministrazioni. In totale, sono stati oscurati ben 4.698 incarichi o consulenze, per quasi 11,5 milioni di euro.