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Ecco cosa c’è dietro la cautela di Draghi

++ BCE: DRAGHI, TASSI RIDOTTI PERCHE' CRESCITA INDEBOLITA ++

«La ripresa dell’Eurozona c’è, ma è come un germoglio ancora molto, molto verde». Mario Draghi, presidente della Bce, ha tracciato un quadro più roseo, sulla congiuntura economica con il Pil dei 17 Paesi in contrazione quest’anno dello 0,4%, meglio del -0,6% previsto tre mesi fa.

Draghi invita alla cautela perché il bollettino della Bce vede una «ripresa graduale» con un «lento recupero del prodotto» atteso nel resto del 2013. Parole pesate con il bilancino per difendere la “forward guidance”, l’impegno cioè per un periodo prolungato a mantenere i tassi allo 0,50% o a tagliarli ancora. Un arsenale di armi contro la crisi che la Bce ritiene «nient’affatto esaurito».

Lo sforzo di Draghi è diretto agli investitori dubbiosi, per convincerli che i tassi resteranno bassi nonostante la decisione opposta della Fed americana, che di fronte alla ripresa degli Usa più convinta va verso una stretta monetaria e inizierà a stringere il rubinetto degli acquisti di bond in autunno.

I tassi di mercato stanno risalendo su scala globale dopo la decisione americana. Lo stesso Draghi è costretto a dire che alcuni tassi di mercato sono ”ingiustificati” al livello attuale, e a rivendicare che  i tassi bassi, anche se non hanno ottenuto tutti i risultati sperati, è servita ad abbassare la volatilità, la frammentazione dei mercati finanziari dell’Eurozona sta indietreggiando e anche l’attività creditizia sta convergendo.

Ecco perché Draghi è cosi cauto: deve ribadire che la crescita è graduale ma anche che l’inflazione è bassa e giustificare così implicitamente i bassi tassi di interesse.

Funziona questa strategia? In un sondaggio di Bloomberg fra 31 economisti, 16 ritengono che la strategia messa in campo dal Presidente Bce per svincolare la Banca centrare europea dalla Fed sia stata inefficace nell’orientare i tassi che le banche si applicano fra loro nelle transazioni di liquidità. Come il tasso Eonia forward, rimasto allo 0,25%, stesso livello precedente l’annuncio della “forward guidance” dello scorso 4 luglio.

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