Se il rumore dei ghiacciai che franano potesse esser convertito in musica, suonerebbe come l”Elegia per l’artico”. Il brano composto da Ludovico Einaudi, e suonato per la prima volta tra le isole Svalbard (Norvegia), ha la bellezza di quel panorama e suscita la stessa struggente angoscia di quell’immagine: è la Natura che muore, un pezzettino alla volta. Di grande impatto la campagna di Greenpeace contro il fenomeno del surriscaldamento globale. Testimonial d’eccezione è lo straordinario compositore che dedica le sue note ai ghiacciai della Groenlandia. Non a caso il pezzo è chiamato elegia, genere letterario che veniva usato nella letteratura antica come strumento di riflessione e di esortazione. Così Einaudi commuove per muovere all’azione, emoziona per sensibilizzare e generare cambiamento. Spettacolari le immagini girate in Norvegia, tutte fatte di contrasti: un piano nero in mezzo al bianco della neve, un uomo solo nel deserto ghiacciato. Impotente di fronte alla grandezza della natura ma capace ancora di produrre bellezza.