Stato Lanzichenecco o buon padre di famiglia ?
(Nessuno vuole prendersela a priori con Equitalia, sappiamo che il nostro paese è pieno di “furbi” e che questi, vadano contrastati con la massima risolutezza ed energia. )
In principio erano le esattorie, una babele di 40 concessionarie che si occupavano della riscossione dei tributi per conto dello stato, degli enti locali e previdenziali.
Spesso questi “esattori” privati si rivelarono costosi e inefficienti con un rapporto costi/benefici quantomeno discutibile.
Nel 2006 di decise che era giunto il momento di mettere ordine nel caos, rimettendo le redini della riscossione in mano pubblica, nacque cosi “Riscossione Spa” che l’anno seguente prese il nome che tutti conosciamo: “Equitalia Spa.”
Tutta la nostra classe politica si profuse in lodi a questo nuovo “Golem” partorito dai nostri dirigenti pubblici, dimostrando una distanza siderale dal paese reale; nacquero slogan di ogni tipo che spaziavano dal “finalmente un paese più giusto” a “i furbetti non avranno più scampo”.
Si dotò pertanto questa “gioiosa macchina da guerra” di ogni strumento necessario alla riscossione donandogli poteri che prima d’allora erano appannaggio della sola magistratura ( dopo equa valutazione ).
Il nuovo strumento si dimostrò da subito perversamente efficace, con incassi da record.
Appoggiandosi sui nuovi e luccicanti Super Poteri ricevuti, la nuova agenzia di riscossione si fece subito largo (e famigerata fama ) a suon di cartelle esattoriali, espropri, pignoramenti; dall’alto della legge a suo favore non si fece remore a mettere intere famiglie sulla strada, lasciando al suo passaggio una scia di desolazione e purtroppo spesso di suicidi ( se non fosse un paragone ardito verrebbe alla mente il famoso libro “La banalità del Male”).
Si porta all’attenzione il fatto che Equitalia non è un ente accertatore ma solo esecutore, non entra nel merito se quanto riscosso è corretto o meno, semplicemente da brava “macchina ” pubblica agisce, dritta verso la meta distruggendo ogni ostacolo sul suo cammino.
Equitalia non smaschera i “furbetti” ma nella grande maggioranza delle situazioni agisce nei confronti di nostri concittadini, che trovandosi in situazione di difficoltà non ricorrono a stratagemmi, non evadono, ma correttamente e onestamente affrontano a testa alta il loro debito nei confronti del fisco (con la dichiarazione dei redditi) e nel contempo ammettono la loro inadeguatezza a far fronte al debito, vittime innocenti della crisi economica.
Nessuno vuole prendersela a priori con Equitalia, sappiamo che il nostro paese è pieno di “furbi” e che questi, vadano contrastati con la massima risolutezza ed energia.
Interrogarsi su Equitalia però significa prima di ogni altra cosa domandarci che tipo di comunità vogliamo diventare, uno stato visto come entità separata dalla società, che si affida ai suoi “lanzichenecchi”, pronti a depredare senza porsi domande, asettico, che non si pone il quesito “ perché un mio concittadino si trova in tale situazione?”
O in alternativa scegliere di essere una comunità dove lo Stato è il Buon Padre di famiglia, uno stato che si doti dei mezzi necessari a capire quali suoi figli meritino aiuto e quali effettivamente siano da biasimare.
Personalmente penso che uno stato puramente edonista non porti alcun beneficio, ma il vero virtuosismo vada ricercato nei nostri più profondi valori, perni millenari della nostra società, altruismo, tolleranza e reale giustizia.