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Export, una via “frammentaria e incerta”

piccole_impreseIn questa congiuntura economica, un aiuto alle imprese può venire dalle esportazioni. Tuttavia resta ancora in salita la strada per l’internazionalizzazione delle imprese italiane. I motivi sono sempre gli stessi: vincoli burocratici e scarso coordinamento tra le istituzioni, infatti, rendono la macchina degli incentivi «pesante, frammentaria e incerta».

Il dato emerge da uno studio di Confindustria dedicato agli scenari da qui al 2014, con un focus sull’internazionalizzazione e sulla cabina di regia, istituita nel luglio 2011 per definire una strategia integrata con cui selezionare attività e priorità verso cui far convergere risorse a disposizione.

In Italia sono molti gli enti che si occupano, a vario titolo, di internazionalizzazione. Per la parte pubblica ci sono, infatti, l’Ice agenzia, il sistema delle Camere di Commercio, le Regioni, le Province, l’Enit e altri enti minori che hanno spesso una connotazione locale. Oltre a queste, spesso offrono assistenza alle imprese anche le rappresentanze diplomatiche all’estero.

Il numero di enti “disorienta” l’impresa e si traduce, dicono gli esperti di viale dell’Astronomia, «in una sovrapposizione delle attività svolte» generando inefficienze.

A complicare il quadro già non molto lineare ci si è messa anche la riforma del titolo V della Costituzione che ha attribuito alle Regioni materie di legislazione concorrente, che comprendono i rapporti internazionali e con l’Unione europea e il commercio con l’estero che hanno portato alla nascita di nuovi organismi regionali dedicati all’attività di internazionalizzazione.

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