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Giovani pugliesi, protagonisti dello sviluppo

Giovani_imprenditoriOltre 242 miliardi di euro pari al 17,2% del totale. A tanto ammonta il valore aggiunto prodotto dagli oltre 3,8 milioni di giovani occupati in Italia. Un dato rilevante che equivale all’apporto dell’intero comparto manifatturiero nazionale.

Una parte significativa del valore aggiunto dei giovani proviene dalle 675 mila imprese di under 35, aumentate lo scorso anno di oltre il 10%, pari a 70 mila unità in più. E ci sono altre 100 mila imprese che potrebbero nascere per iniziativa giovanile che attendono solo l’occasione per mettersi sul mercato.

Sono le cifre che emergono dal focus giovani realizzato per la prima volta da Unioncamere.

L’apporto dei giovani alla ricchezza nazionale viene per oltre tre quarti dal terziario, per il 22,4% dal settore industriale e per l’1,7% dall’agricoltura. Al Mezzogiorno va il primato per la maggiore incidenza della ricchezza prodotta dalle giovani generazioni (18%). Tra le regioni, spicca la Puglia, in vetta alla classifica in termini di valore aggiunto prodotto dalla componente giovanile sul totale regionale (21,3%), quindi il Trentino Alto Adige (20,4%), l’Umbria (17,9%), la Calabria (17,8%), il Veneto (17,7%) e la Lombardia (17,5%). Quest’ultima, tuttavia, in termini assoluti, concentra oltre un quinto (21,8%) del totale del prodotto nazionale derivante dall’occupazione giovanile.

A contribuire maggiormente alla formazione della ricchezza prodotta dai giovani sono i lavoratori dipendenti, cui si deve il 71% del valore aggiunto contro il 29% di quella indipendente. Quest’ultima è presente in maggioranza nel Mezzogiorno (33,6%), con valori massimi in Calabria (40%) e Molise (38,1%).

Una porzione cospicua degli under 35 il lavoro ha deciso di crearselo da sé, aprendo una impresa. Al registro delle imprese delle Camere di commercio, a fine 2012, risultano iscritte 675mila imprese giovanili, pari all’11,1% del totale delle imprese registrate a livello nazionale.

Rispetto al 2012, il loro numero è cresciuto del +10,1%, grazie ad un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni di 70 mila unità in più. I giovani disoccupati possono diventare quindi un vero e proprio “esercito di riserva” di potenziali neo-imprenditori: oltre 13 mila giovani tra 18 e i 34 anni alla ricerca di lavoro vorrebbe avviare un’attività in proprio. A questi si aggiungono altri 368 mila che non hanno preferenze.

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