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Giro di vite Ue sulle banche ombra

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Dei nodi cruciali dell’economia si parla poco. La Commissione Ue si appresta a intervenire sul sistema delle “banche ombra”, o sistema bancario parallelo, che pesa per 51 mila miliardi di euro, pari al 25-30% di tutto il  sistema finanziario e metà delle attività bancarie.

Vi rientrano hegde fund, fondi monetari, prestiti di titoli, che vogliono dire anche rifinanziamento a breve termine per le amministrazioni pubbliche, dai comuni alle regioni. I soli fondi monetari, per esempio, detengono in Europa circa il 22% dei titoli di debito a breve termine emessi da amministrazioni o società e il 38% di quelli emessi dal settore bancario.

Il sistema bancario ombra ha quindi una ”importanza sistemica” giocando un ”ruolo attivo nel finanziamento dell’economia”.

Il commissario europeo al mercato interno Michel Barnier vuole immettere in questo sistema dosi massicce di trasparenza e stabilità con una maggiore regolamentazione, leggasi più vincoli, in particolare per i fondi monetari.

La Commissione propone un giro di vite sui questo tipo di fondi, pur  «senza fargli la guerra», essendo questi importanti per alcuni paesi come Lussemburgo e Irlanda, ha riconosciuto Barnier. I fondi dovranno detenere in portafoglio almeno un 10% di attività a scadenza giornaliera e un altro 20% a scadenza settimanale, mentre non potranno avere un’esposizione superiore al 5% nei confronti di un unico emittente.

Dovrà inoltre essere garantito un cuscinetto di capitale pari al 3%. Nelle intenzioni si vuole massimizzare gli effetti positivi di questo sistema e limitarne al massimo quelli negativi che si sono manifestati in tutta la loro virulenza nella crisi finanziaria iniziata nel 2008.

 

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