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Gli scrittori che hanno anticipato il futuro della tecnologia

scrittore-fotoAlcuni scrittori hanno avuto delle visioni nitide del futuro descrivendo, con dovizia di dettagli, oggetti e tecnologie ancora non esistenti alla loro epoca. Profezie che si sono puntualmente avverate o sono attualmente in fase di sviluppo molto avanzato. È come se questi scrittori “visionari” avessero viaggiato nel tempo e descritto il nostro presente o futuro prossimo. C’è chi ha raccontato, in maniera particolareggiata, il funzionamento di oggetti e tecnologie come, per esempio, le carte di credito, i pannelli solari, gli auricolari wireless, la traduzione in tempo reale e un’interazione con le macchine tramite il riconoscimento facciale, il tracking del volto e la realtà aumentata. È possibile che questi scrittori abbiano influenzato, o per lo meno, fornito l’idea di alcuni oggetti e tecnologie che oggi sono realtà? E che ci hanno o stanno per cambiare la vita? La prima carta di credito fu introdotta sul mercato dall’attuale Diners nel 1950. Era un sistema di pagamento pensato, almeno inizialmente, per il settore business e quello del turismo. E non si può dire che questo “oggetto” non abbia radicalmente cambiato la vita di tutti rendendo molto più immediati e comodi gli acquisti e rivoluzionando, al contempo, l’economia a livello mondiale. Ebbene, lo scrittore Edward Bellamy nel suo romanzo “Guardando indietro”, nel lontano 1888, la descrive come se fosse realtà spiegando nel dettaglio anche il suo funzionamento. L’idea centrale del suo libro era che, un giorno, le persone non avrebbero più pagato con soldi contanti ma con delle carte. Se questo non è leggere nella “sfera di cristallo”… Un altro esempio, forse uno dei più eclatanti, è il film Minority Report: diretto da Steven Spielberg nel 2002 – con un cast d’eccezione (Tom Cruise, Colin Farrell e Max von Sydow), è tratto, però, dal racconto di Philip K. Dick “Rapporto di minoranza” scritto nel 1956. Chi ha letto il racconto, o più probabilmente ha visto il film, è rimasto impressionato (all’epoca) dalla strabiliante tecnologia futuristica: riconoscimento facciale, tracking del volto, realtà aumentata e chi più ne ha, più ne metta. Tutte tecnologia già sviluppate che, forse, tra qualche anno, supereranno addirittura quelle del film di Spielberg. Intel ci sta lavorando con RealSense, un sistema che grazie all’uso di tre fotocamere che operano all’unisono, è in grado di rilevare la profondità e tracciare il movimento dei corpi. Lo stanno facendo Microsoft, Sony, Google e, in gran segreto, anche la startup Magic Leap. Senza contare gran parte delle Università sparse ai quattro angoli del globo.

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