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I pensionati paperoni che ancora lavorano

PAPERONE

Nei giorni scorsi i giornali hanno pubblicato i dati sulle “pensioni d’oro”: sono centomila i «super-pensionati» che costano al sistema ben 13 miliardi di euro all’anno. Il dato è emerso da un’interrogazione al sottosegretario al Welfare, Carlo Dell’Aringa.

Il paperone fra i pensionati italiani è Mauro Sentinelli, ex manager Telecom, a cui l’Inps spedisce ogni mese un assegno di 91 mila 337,18 euro lordi. Il secondo posto è occupato da un mister X, di cui non si è riusciti a scoprire l’identità. Ha una pensione di 66.436,88 euro. Al terzo posto con circa 51.781 euro, dovrebbe esserci Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca e di Inter Football Club.

Segue Alberto De Petris, ex di Infostrada e Telecom, con 51 mila euro, mentre a un’incollatura c’è Germano Fanelli, fondatore della Octotelematics. Dal quinto a decimo posto della classica si resta nella fascia dei 40 mila euro o poco più.

Le pensioni così alte sono l’effetto di quel criterio in base al quale le pensioni venivano calcolate in base agli ultimi stipendi percepiti prima di andare in pensione. Ora si applica il metodo contributivo e il rischio di altri paperoni dovrebbe essere scongiurato. Rimane il dato che le persone normali, la pensione, ormai se la sognano.

Perché non si fa nulla? La risposta è venuta dal ministro del Lavoro Giovannini che ha spiegato che i governi in passato hanno provato a intervenire, ma si sono dovuti fermare davanti alle sentenze della Corte Costituzionale e col principio dei diritti acquisiti.

Quello che fa ulteriormente indignare è che questi pensionati non solo continuano a lavorare ma percepiscono stipendi altissimi da enti pubblici.  Perché non incominciare da qui?

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