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Il Sud abbandonato a se stesso

sudTra il 2007 e il 2012, il Pil del Mezzogiorno si è ridotto del 10% in termini reali a fronte di una flessione del 5,7% registrata nel Centro-Nord. Nella crisi l’Italia ha perso 113 miliardi di euro, molto più dell’intero Pil dell’Ungheria. Di questi, 72 miliardi di euro si sono persi al Centro-Nord e 41 miliardi (pari al 36%) al Sud.

A dirlo il rapporto “La crisi sociale del Mezzogiorno” realizzato dal Censis. L’istituto ha reso noto anche che dei 505mila posti di lavoro persi in Italia dall’inizio della crisi il 60% ha riguardato il Mezzogiorno (più di 300mila).

Al Sud un terzo dei giovani tra i 15 e i 29 anni non riesce a trovare un lavoro, mentre la media italiana del tasso di disoccupazione giovanile è al 25%, la disoccupazione femminile è del 19% contro un valore medio nazionale dell’11%.

Sul fronte delle imprese la situazione non è migliore: oltre 7.600 aziende manifatturiere del Mezzogiorno (su un totale di 137mila) sono uscite dal mercato tra il 2009 e il 2012, con una flessione del 5,1% e punte superiori al 6% in Puglia e Campania.

L’Italia ha il maggior numero di regioni con un reddito pro-capite inferiore ai 20mila euro: sono 7 rispetto alle 6 della Spagna, le 4 della Francia e una sola della Germania. Negli ultimi decenni il Pil pro-capite meridionale è rimasto in modo stabile intorno al 57% di quello del Centro-Nord, testimoniando l’inefficacia delle politiche di sostegno allo sviluppo messe in atto.

Un senso d’impotenza arriva anche dai dati sulla spesa pubblica per l’istruzione e la formazione nel Mezzogiorno: è molto più alta di quella destinata al resto del Paese: il 6,7% del Pil contro il 3,1% del Centro-Nord con il tasso di abbandono scolastico del 21,2% al Sud e del 16% al Centro-Nord e livelli di apprendimento e competenze decisamente peggiori.

«Piani di governo poco chiari – dice il Censis – una burocrazia lenta nella gestione delle risorse pubbliche, infrastrutture scarsamente competitive, una limitata apertura ai mercati esteri e un forte razionamento del credito hanno indebolito il Mezzogiorno fino quasi a spezzarlo».

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