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La fuga che non ti aspetti

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L’Italia è un paese con scarsità di materie prime, non può vantare un bacino minerario carbonifero e ferroso come quello tedesco della Ruhr e non dispone delle ricchezze petrolifere del Medio Oriente.

Nonostante questa posizione di apparente svantaggio, pochi paesi nel mondo sono conosciuti e sulla bocca di tutti come il nostro.

Il nome stesso Italia è diventato sinonimo di natura, di buon cibo, di Arte e cultura, una visione stereotipata (in questo caso positiva) del nostro paese, che ogni anno porta sulle nostre coste milioni di concittadini e di stranieri; un indotto che da solo forma il 10% del nostro PIL nazionale.

A dispetto di tutte le apparenze il nostro paese dispone dei suoi pozzi petroliferi e delle sue ricche miniere, si chiamano turismo e cultura;

Con l’era di internet le dinamiche di accesso al nostro paese sono mutate, un viaggio di affari o di piacere non è più pianificato a tavolino davanti ad una cartina , ma davanti ad un monitor dove in pochi passaggi, con siti come Expedia, Agoda, Booking.com si prenotano voli e hotel; in contropartita i nostri albergatori riconoscono a questi portali una percentuale sulla transazione che oscilla fra il 10% e il 30% ( variabile a seconda della tipologia di servizio) oltre alla sottoscrizione di clausole vessatorie che impongono che il prezzo riservato al portale deve necessariamente essere uguale o migliore a quello applicato da listino.

Poca lungimiranza e conoscenza nei confronti delle tecnologie da parte dei nostri amministratori hanno fatto si che tutti i principali portali di prenotazione e gestione siano esteri, con il risultato che ogni anno vediamo milioni di euro creati dal nostro sistema , varcare i confini saltando il nostro sistema fiscale.

Troppo spesso si associa internet e in generale le nuove tecnologie a ragazzini un pò nerd che si divertono in frivolezze; non è raro sentire discorsi del tipo “si bello internet, invio qualche mail..guardo qualche filmato su youtube … ma il lavoro è altra cosa”.

Oltreconfine hanno creduto in quei ragazzi (che ormai sono uomini), li hanno ben pagati e formati, e ora stanno raccogliendo i frutti di quanto seminato da quei visionari.

 

In piena crisi economica non possiamo permetterci di perdere un 20% sulle transazioni del nostro turismo, occorre quanto prima destarsi, cambiare mentalità e proporre i giusti investimenti tecnologici; la nuova era ci impone la consapevolezza che i capitali non si creano più solo nel mondo fisico, ma esiste un nuovo mondo virtuale ricco di possibilità e opportunità che spetta noi cogliere.

Se stessimo parlando di pozzi petroliferi “veri” una sollevazione popolare starebbe scuotendo le nostre piazze, assisteremmo a dibattiti sui diritti di estrazione, sui capitali che fuggono all’estero, sul nostro paese defraudato; ma parlando di turismo misteriosamente quasi tutte le voci tacciono, non pronte a capire la portata economica del nuovo mondo virtuale emerso non dalla terra ma dai bit.

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