Un’altra donna al potere. Janet Yellen guiderà la Federal Reserve, la banca centrale americana, dopo esserne stata vice presidente e dopo aver sbaragliato un concorrente maschio molto agguerrito, Lawrence Summers, fino a quasi un mese considerato il vincitore più probabile.
Prima di Obama è però arrivato Putin a scegliere una donna per la guida della banca centrale russa: lo scorso giugno è stato nominato governatore Elvira Nabiullina, ex ministro dello Sviluppo economico ed ex consigliere economico di Putin.
Negli ultimi anni il potere rosa si sta facendo sempre più evidente. La prima in classifica è Angela Merkel, considerata ”la donna più potente del mondo”. Diventata, prima donna nella storia della Germania, cancelliere nel 2005, è riuscita alle ultime elezioni, a portare la sua coalizione oltre il 41% e a guadagnarsi il suo terzo cancellierato.
La politica offre altri nomi di donne potenti, dalla “presidenta” argentina Cristina Fernandez de Kirchner, che si è assicurata il suo secondo mandato con il 53% delle preferenze, a Dilma Rousseff, delfina di Lula de Silva, saldamente alla guida del Brasile e considerata la seconda più potente donna al mondo dopo la Merkel.
Donna sarà anche il nuovo presidente del Cile, visto che le sfidanti sono Michelle Bachelet (già presidente dal 2006 al 2010) ed Evelybn Matthei. Intanto per le prossime presidenziali Usa si fa già il nome di Hillary Clinton come candidata per il partito democratico.
Altra donna di grande potere è la francese Christine Lagarde, a capo del Fondo Monetario Internazionale. Sul fronte delle grandi aziende, fra le donne più potenti c’è il direttore operativo di Facebook Sheryl Sandberg, e Marissa Mayer al timone di Yahoo. In Italia, l’ultima donna in ordine di tempo a scalare posizioni di potere è stata Antonella Mansi, diventata presidente della fondazione Montepaschi di Siena.
Segnali di aumento del peso delle donne italiane vengono dal Parlamento: nella legislatura precedente la presenza di elette era pari al 21% alla Camera e al 19% al Senato: ora sono il 32% alla Camera e il 30% al Senato.