È da tempo che Confindustria batte sul tasto delle imposte sul lavoro. È di oggi l’ultima dichiarazione arrivata in proposito. Jacopo Morelli, presidente dei giovani industriali, ha detto: «Il cuneo fiscale è più penalizzate dell’Imu per il sistema produttivo italiano». Non solo, ieri il Sole 24 Ore, il giornale dell’associazione, riportava un informato articolo a firma di Carlo De Benedetti che ha sciorinato una serie di dati.
«Nei dieci anni che hanno preceduto la crisi, – ha scritto l’ingegnere – il costo del lavoro per unità di prodotto nel manifatturiero italiano è cresciuto del 19%, mentre in Germania è calato di quasi il 10%. Il cuneo fiscale che oggi grava sulle imprese italiane è a livelli record. Nel 2011, considerando anche l’Irap e il Tfr, abbiamo toccato il 53,5%, risultando, nell’area Ocse, secondi solo al Belgio».
L’emergenza lavoro, secondo l’imprenditore torinese, passa da un forte abbattimento delle tasse sul lavoro «cominciando dalla parte di salario che più si collega all’innovazione, al cambiamento, alla produttività». Due le linee di intervento indicate: azzeramento del prelievo fiscale e contributivo sulle assunzioni dei giovani, ma anche abbattimento in via strutturale del prelievo sulla quota di salario legata agli incrementi di produttività contrattati in sede aziendale.
Un’operazione che richiede ingenti somme. E i soldi per finanziare l’operazione? De Benedetti non ha dubbi in proposito: «Si possono ricavare 10 miliardi in due anni come dividendo dei minori tassi sul debito pubblico, 4 miliardi che il Governo sta cercando per evitare l’aumento dell’Iva, altri 4 miliardi sono il costo del possibile intervento sull’Imu, una cifra tra i cinque e i dieci miliardi può essere il frutto della revisione di agevolazioni e incentivi fiscali».
Altri fondi dovrebbero arrivare anche dalla spending review: «Su 800 miliardi di spesa – conclude l’editore di Repubblica – cresciuti negli ultimi dieci anni del 30%, si può e si deve ancora intervenire».
Insomma bisogna fare presto per mettere più soldi dei lavoratori.