Il Sig. Ezio è un professionista come tanti che riempiono il centro di Milano, camicia azzurra, completo scuro, cravatta in tinta.
Se lo incontrassimo in una convenzionale giornata lavorativa non faremmo fatica a tracciare un suo profilo come quello di un uomo sulla sessantina, un tipico benestante milanese dopo anni di integerrimo lavoro.
Ma il Sig. Ezio ha lo sguardo triste, di chi ha perso tutto e ora vive in mezzo a una strada; non si può fare a meno di guardare il video pubblicato dal Corriere sul suo sito internet e non provare emozioni, sentendolo narrare la sua storia.
La storia di un imprenditore, di un dirigente, col coraggio di investire capitali propri, persi , vittima di truffatori, burocrazia, e mala gestione oggi abbandonato dallo Stato.
Ma lui non si è dato del tutto per vinto, non è diventato uno dei tanti barboni che troppo spesso affollano le strade, dignitosamente continua ad indossare i suoi completi scuri ormai logori, e seduto davanti al marciapiede della rinascente, in pieno centro combatte la sua personale battaglia, chiedendo un contributo e raccontando la sua storia.
Purtroppo la sua storia non è isolata, dal sole 24 ore apprendiamo che in Italia chiudono 54 imprese ogni giorno, numeri da capogiro.
L’auspicio è che il nuovo governo intraprenda in maniera fulminea le riforme necessarie, giustizia e lavoro in primis, perché il Sig. Ezio è li ogni mattina a ricordarcelo, senza solide e flessibili basi tutto è destinato a peggiorare.
