Spesso alcune misure tecniche nascondono importanti decisioni politiche. Il Ministero dell’Interno ha fatto slittare al 30 giugno 2014 la scadenza naturale delle Province, per le quali continuerà ad essere previsto il commissariamento. Una decisione tecnica che anticipa la definitiva abolizione delle province dal nostro panorama istituzionale.
All’orizzonte si delinea l’entrata in vigore delle Città metropolitane, punto cardine del ddl di riforma degli enti locali messo a punto dal ministro Delrio. Il puzzle della scomparsa finale dalla scena istituzionale delle Province tra qualche mese sarà ancora più chiaro, visto che il ddl Delrio, il 1542, verrà poi inglobato in un ddl costituzionale che di fatto cancellerà il termine ‘Province’ dal titolo V della nostra Carta fondamentale.
Le resistenze alla loro cancellazione sono molte: in Commissione Affari Costituzionali della Camera l’esame degli emendamenti al testo di abolizione delle province, ammontava a poco meno di 900 (868) e che la quantità dei subemendamenti si è attestata a quota 400. Proprio questa massa di proposte sarebbe alla base, secondo l’Unione delle Province d’Italia (Upi), della sterzata che oggi il governo è sembrato dare.
Comunque se le forze politiche non vogliono le elezioni nelle 54 Province che scadono nel 2014 qualcosa vorrà dire. La politica secondo gli esperti sembra fare sul serio. Il ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio alla Camera, è tornato a spiegare che il ddl ‘svuota Province’ e il dl Quagliariello per la loro cancellazione dalla Costituzione porteranno “sostanziali risparmi” per le casse dello Stato.