Cinquantacinque italiani sono stati inseriti dall’istituto Thomson Reuters fra i ricercatori più influenti del pianeta.
Un dato di tutto rispetto per il nostro paese, che nonostante il periodo di crisi e tagli riesce ad ottenere una conferma della qualità del proprio sistema universitario.
Questo primo traguardo deve invogliarci a investire maggiormente sull’istruzione e ricerca, arginando la fuga del nostro capitale umano all’estero.
Capitale umano in fuga che oltre frontiera va ad arricchire il paese che li ospita, generando introiti miliardari in brevetti, ricerche scientifiche e farmacologiche.
Non è più ammissibile un sistema che si fa carico delle spese di istruzione dei propri cittadini, per poi “regalare” i frutti dei propri investimenti a paesi stranieri ben contenti di poter accogliere le nostre menti migliori, pagandole profumatamente.
MC