I grandi maestri della filosofia sono quelli più talentuosi: si sono esercitati nell’arte di pensare e possono esserci d’esempio e d’ispirazione. Platone per esempio, ci indica una via verso l’altro che ci entusiasma e ci trascina: è un antidepressivo naturale quando sostiene che non dobbiamo perdere tempo con le cose troppo basse. Il filosofo greco è un realista che ci fa uscire dalla caverna (in cui si racconta che l’uomo nella caverna vede solo l’ombra della vera realtà) a cercare il sole: quando uno è alla ricerca del sole abbandona l’ombra e anche le ombre che lo attanagliano. Inoltre, ci insegna che non contano le differenze per razza, stato sociale o ricchezza; l’unica diversità tra gli uomini è la loro anima. Per risolvere le pene d’amore suggerisco di seguire il filosofo francese Pascal. Con la distinzione che fa tra “esprit de finesse ed esprit de geometrie”, ovvero tra cuore e ragione. Con il primo, se uno ha un’idea in testa, cerca negli altri la conferma che quell’idea sia giusta. Una persona quando è innamorata va a caccia solo di prove a favore del suo amore. Per esempio, se è invaghita di un collega, qualunque cosa lui faccia-le offre un caffè-le sorride è portata a pensare che sia anche lui innamorato, traendo delle conclusioni errate. La ragione, invece, le dirà di lasciar perdere, se dopo due anni che si conoscono, nonostante le sorride ed offre il caffè, non ha ancora fatto un passo in avanti. Epicuro, ci insegna a non essere possessivi e gelosi sottolineando il piacere di apprezzare le piccole cose: la compagnia, l’ascolto reciproco. La felicità è a portata di mano e non certamente nel possesso di qualcosa o di qualcuno.
Schopenhauer invece ci aiuta contro l’omologazione. Il suo pensiero è un antidoto contro l’ansia di imitare l’influencer del momento o rincorrere l’ultima moda. Noi, non possiamo essere nessun altro se non noi stessi. Modellandoci sugli altri, perdiamo la nostra originalità e la personalità viene meno. Scoprite i lati nascosti e inesplorati del vostro carattere. Un altro sentimento che domina il nostro tempo è la competizione lavorativa. Viviamo in una società competitiva che scatena rivalità senza esclusione di colpi, e il comportamento aggressivo come un modello per farsi largo nella vita. Ma rialzarsi dalle sconfitte non dovrà essere sempre più difficile; l’unico modo per poter andare avanti è… andare avanti. Fatelo seguendo i vostri obiettivi e la vostra strada. Dobbiamo essere in gara con noi stessi, non con gli altri. Questo, credetemi, è un atto liberatorio.
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